Intervista con Alice Gentilucci

ph. Helmut Newton

Ho conosciuto Alice per la prima volta a casa di un amico comune. Ma ci presentarono e basta. La incontrai nuovamente in occasione del compleanno di questo amico comune, lo stilista americano Lawrence Steele. Stavolta chiacchierammo sedute ad un tavolo in mezzo al giardino di questa grande casa a Milano. La conoscevo di nome, sapevo che era fashion editor per Vogue Italia da parecchi anni. Quando iniziammo a parlare ricordo che restai molto colpita da lei. Era molto lontana dal clichè che vuole la “gente della moda” spesso un pò “poseur”, un pò stravagante, sempre con quell’aria velata e un pò aliena, distratta e un pò snob.
Alice non aveva nulla di tutto questo. Sarà per quell’aspetto da eterna ragazzina che mi fece subito simpatia. Ricordo che la cosa che più mi colpì di lei fu la sua curiosità e la sua allegria. E’ spesso sorridente, ma il suo sorriso non è stereotipato, è un sorriso divertito, curioso, reale. E’ una donna adulta, ed è anche mamma, ma il suo sguardo comunica uno stupore che appartiene più a quello di una bambina. Una di quelle bambine “furbette”, intelligenti. Diverse dalle bambine comuni. Di quelle che capiscono tutto al volo. Un pò un giamburrasca in gonnella!… Contribuisce a donarle quell’aria, anche la spruzzata di lentiggini che ha sul naso all’insù e sul viso sempre acqua e sapone con gli occhi grandi e scuri. Snella. Bella e con una grazia niente affatto scontata.

ph. Ellen Von Unwerth

Non ho incontrato molte persone come lei e per quanto mi riguarda Alice mi piacque subito. Prima di conoscerla sapevo che aveva lavorato con Newton (uno dei miei fotografi preferiti di sempre), e questo, dopo averla conosciuta, non faceva che accrescere la mia curiosità nei suoi confronti.
Il giorno dopo inserii il suo nome su google e mi apparve il suo sito… rimasi di sasso. Conoscevo alcuni suoi lavori e sapevo alcune cose su di lei, ma di colpo scopri che una marea di quelle famose fotografie che sono archiviate nella mia testa e che nel corso degli anni sono diventate ricordi indelebili per me, l’avevano vista protagonista come fashion editor.
Scatti immortali di Newton, della Von Unwerth, di Lindbergh, di Roversi, Sorrenti, scatti indimenticabili con Linda, Christy, Claudia, Naomi, Milla, Kate, Eva, Karen, Shalom, Mariacarla. Questa piccola scoperta unita alla personalità che conobbi di Alice la sera prima, fece di lei, ai miei occhi, un “super eroe”. Una come lei, se aderisse ai canoni di un mondo di plastica come il nostro, dovrebbe camminare a tre metri dal pavimento e parlare con quell’aria di chi è diverso e migliore di te. Invece Alice, è questo il suo segreto secondo me, mantiene la curiosità per tutto ciò che la circonda e si meraviglia e stupisce ancora di fronte alla bellezza. Indaga e cerca di capire. Ha un talento innato e tangibile. È animata dalla passione e dall’entusiasmo per la vita e per l’arte, ma in lei, sorprendentemente, leggi anche il tormento. E questo la rende così… speciale! “Alle persone come Alice bisogna fare un sacco di domande… per imparare”, mi sono detta… Per questo motivo ho deciso di intervistarla per il mio blog e lei è stata così carina da accettare!

Alice Gentilucci

Il tuo è un lavoro particolare. Non tutti sanno bene di cosa si tratti. Non è così automatico decidere di farlo. Dove sei nata? Che studi hai fatto? Che lavoro facevano i tuoi genitori e dunque, come sei arrivata a fare quello che fai?
Sono nata a Milano, ho frequentato il liceo artistico e poi Grafica Pubblicitaria per tre anni……….. ho cominciato a lavorare a 20 anni come assistente stylist per caso, ma la moda e l’immagine mi aveva da sempre affascinato……. mio padre mi avrebbe voluto avvocato, come lui!

Qual è il tuo primissimo ricordo infantile o di ragazzina importante legato alla moda o dell’immagine?
Mia madre era una donna bellissima e molto curata, sembrava un’attrice del cinema neorealista Italiano anni ’60…………. io da bambina facevo dei disegni di abiti e le chiedevo se li avrebbe indossati…

Qual è la prima cosa che ti colpisce di uno scatto fotografico?
La bellezza femminile.

Cos’è la bellezza per Alice Gentilucci?
La bellezza e’ emozione estetica………..

Qual è il tuo ideale di “femminile” ? Che genere di donna è la tua?
Ho un ideale preciso, che e’ legato al cinema, mi piacciono le donne degli anni ’60….. la morbidezza dei corpi, la grazia e la forza, l’ironia e l’eleganza di quei tempi, Monica Vitti, la Cardinale, Silvana Mangano. Sofia Loren……..anche Anna Magnani con i suoi difetti che trovo molto sensuali…….. Ultimamente sono affascinata dalla bellezza orientale, i film di Ang Lee e Wong Kar Wai, hanno un’estetica travolgente.

Per te esistono canoni assoluti di bellezza o la bellezza è un concetto che si trasforma di volta in volta. Ci sono degli aspetti della bellezza che restano costanti oppure no secondo te?
La bellezza, nel mio lavoro e’ trasformazione anche se ci sono dei riferimenti che mi piace tenere costanti………….. i tacchi alti, mani e piedi curate, capelli e trucco impeccabili!
Chiaro che dipende dalla storia che voglio trasmettere ma personalmente vorrei che le pagine profumassero.

La donna dei tuoi sogni corrisponde anche nella realtà o realtà e ideale sono dimensioni totalmente distanti
La donna dei miei sogni e’ troppo estetica……….

Mi racconti com’è stato essere sul set di Newton per la prima volta? Eri molto giovane se non sbaglio.. nervosa? Com’era lui sul set?
La possibilita’ di lavorare con un genio come HN e’ stato per me un grande regalo, la prima volta mi chiese di mandargli tutti i capi fotografati in polaroid ed indossati….costrinsi la mia assistente a prestarsi come modella, guepierre, guanti in lattice, plastiche trasparenti ecc………..ci siamo divertite un mondo………….ando’ benissimo sul set..io ero giovane e quindi curiosa e presi la cosa con entusiasmo fino a perderci il sonno.
Lui era esigentissimo ma fortunatamente con un gran senso dell’ umorismo, ho imparato molte cose lavorando con Newton!

Cosa ami di più del tuo lavoro?
La possibilita’ di fare cose nuove, intellettualmente e fisicamente.

C’è qualcosa che invece detesti?
Le lunghe attese. A volte arrivo in studio alle 7.30 e la modella e’ pronta alle 14.00.

Per lavoro hai viaggiato molto. Qual è la città più stimolante dove ami sempre tornare? Perché?
Non ho una citta’ preferita, diciamo che sono piu’ serena quando lavoro in Europa, Parigi e Londra sono citta’ perfette anche per le location. Se Los Angeles non fosse cosi’ lontana per la qualita’ della luce e la temperatura forse la metterei al terzo posto.

Qual è il fotografo con il quale hai lavorato che racchiude insieme talento, intelligenza, estro, simpatia e personalità?
Come stylist non posso sceglierne uno solo…..Sono stata molto fortunata ho sempre lavorato con grandi personalità.

Io e Alice ad un festa

Mi racconti un episodio astruso o divertente vissuto su un set?
Mi ricordo un servizio con Ellen Von Unwerth era per l’alta moda e da una scogliera siamo scesi fino in spiaggia in un sentiero pericolosissimo e con tutto il materiale, abiti Couture compresi…. ho pensato di morire, avevo 12 cm di tacco!
Un’altra volta con Mark Borthwick abbiamo attraversato l’America in un Camper…… siamo stati via per 2 settimane…… con Stella Tennant, Carolyn Murphy e Chandra North …… guidando una notte nel deserto abbiamo visto una cosa luminosa e sconosciuta in cielo……….. forse un UFO!

Cosa preferisci fare? Editoriali di moda, campagne, advertising, sfilate o lavorare con i personaggi?
Non ho preferenze, mi piace tutto quello che e’ creativo.

C’è qualcosa che non hai ancora fatto ma che ti piacerebbe fare sia legato al tuo ambito che anche no?
Mi piace scrivere…….

Hai un grande rimpianto oppure sei felice di ogni tua scelta fatta fino ad ora?
Non ho rimpianti, ma dopo il mio secondo figlio non ho volato per 2 anni ed ho perso occasioni importanti! Viaggiavo solo con treni!

Se chiudi gli occhi e ci pensi, cosa ti fa commuovere? La prima immagine o ricordo… cosa ti viene in mente?
Mi commuovo facilmente………a volte quando tutti ridono al cinema .io piango………mio figlio lo racconta sempre.

Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere la tua carriera oggi?
Visto come vanno le cose ci vorrebbe una domanda di riserva………………..comunque…….
Assistere una stylist free lance o entrare in una redazione.
Fare molta ricerca, osservare le persone ed informarsi.
Pensare a delle piccole storie da trasmettere nelle immagini.
Documentarsi su sfilate, personaggi e vecchi libri di fotografia ed arte e blog.
Ascoltare musica, leggere libri e andare al cinema.
Aver la passione dei viaggi.
Non chiedersi dove sarai diretto domani!

Ecco alcune delle mie foto preferite di Alice, se volete vederne tantissime altre visitate il suo sito www.alicegentilucci.com
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4 pensieri su “Intervista con Alice Gentilucci

  1. “mi piacciono le donne degli anni ’60….. la morbidezza dei corpi, la grazia e la forza, l’ironia e l’eleganza di quei tempi, Monica Vitti, la Cardinale, Silvana Mangano. Sofia Loren……..anche Anna Magnani con i suoi difetti che trovo molto sensuali……..”
    Niente di più vero. Compimenti ad entrambe.

  2. Articolo molto bello ed interessante, complimenti!
    Come Alice Gentilucci, anche per me l’ideale femminile è legato all’immagine delle fascinose attrici degli anni ’60, ma anche ’50…quando tutto esaltava la femminilità e la bellezza del corpo.

  3. Brava Paola. È un buon lavoro. La bravura è stata sicuramente nell’aver reso un “super eroe” dell’Olimpo della Moda a qualcosa di molto di più: ad una donna snella, bella, mamma, con una “spruzzata di lentiggini sul naso all’insù e sul viso sempre acqua e sapone con gli occhi grandi e scuri”. Che è possibile avvicinare, poiché è curiosa “per tutto ciò che la circonda e si meraviglia e stupisce ancora di fronte alla bellezza”. Una donna che “indaga e cerca di capire”. Allegra, spesso sorridente. “Animata dalla passione e dall’entusiasmo per la vita e per l’arte, …ma in lei, sorprendentemente, leggi anche il tormento”. E queste essenzialità, che Paola bene descrive, con capacità di sintesi (capacità di cui fare tesoro), fanno comprendere il talento d’Alice nella sua attività di fashion editor. Il personaggio è così svelato: nella sua figurazione di donna e di professionista. Resta il desiderio di saperne di più delle passioni, degli entusiasmi e dei tormenti.

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